E tra le cicatrici del passato, questo territorio ha, oltre, Micorosa il ricordo ancora vivo dell'esplosione del reparto P2T nel 1977 che costò vite umane, feriti ed un rischio miracolosa mente scampato per l'intera città. A tutti i destinatari della presente ricordiamo la storia sbagliata del petrolchimico, per quel che attiene un impatto ambientale grave e che il benzene oggi richiama in modo allarmante, lo smaltimento abusivo dei rifiuti (i 44 ettari della discarica di Micorosa e l’assegnazione dell’appalto per una semplice messa in sicurezza sono allucinanti), la riconversione ecologica degli impianti sembra una chimera malgrado gli annunci soltanto in spot pubblicitari ingannevoli.
A tal proposito ricordiamo che in data 15 gennaio 2020, l'Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato condannava Eni al massimo dell'edittale di 5 milioni di euro per pubblicità ingannevole e pratica commerciale scorretta, a causa dei messaggi enfatici sulle caratteristiche “green” del gasolio “Eni-diesel+” che ci risulta usato dai mezzi in uso presso le aziende pubbliche (mezzi di raccolta di diverse frazioni di rifiuti o di servizio di trasporto pubblico). Inoltre, apprendiamo dagli organi di stampa nazionali ed internazionali, la presenza di un'indagine in corso sulle devastazioni per gli sversamenti di petrolio causati dalle multinazionali petrolifere nella regione del Delta del Niger, dove Eni è tra le aziende che operano nella zona. Nonché l’esistenza di un processo per corruzione internazionale, in cui Eni sarebbe accusata di aver pagato una tangente da 1,1 miliardi di dollari, per l’acquisizione di un giacimento petrolifero in Nigeria. Preme inoltre specificare, dalla rassegna scientifica che: Il benzene è classificato dallo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) nel Gruppo 1 delle sostanze cancerogene, quindi in grado di causare tumori nell’uomo, soprattutto leucemie. Il benzene deve essere considerato un forte e multipotenziale cancerogeno così come dimostrato già dal 1983 da Maltoni C., Conti G., Cotti G. Il benzene è anche responsabile di anomalie cromosoniche, per cui è inevitabilmente coinvolto in altri importanti processi patologici. È ampiamente acquisito a livello scientifico che gli agenticancerogeni, per il loro meccanismo eziopatogenetico, non hanno una dose soglia. Maggiore è la dose e maggiore è la probabilità di insorgenza degli effetti cancerogeni. L’effetto è zero solo per la dose zero. Inoltre, c’è da aggiungere che l’esposizione contemporanea a più agenti cancerogeni ha spesso effetti moltiplicativi. L’US-EPA (United States EnvironmentalProtection Agency) calcola un livello di rischio di 1/100.000 per una concentrazione in aria del benzene di 1 microgrammo/metro cubo. Studi su decine di migliaia di lavoratori esposti a benzene controllati per quasi tren'tanni ci dicono che il benzene non provoca solo tumori del sangue, ma tutti i tumori sono incrementati inclusi quelli del polmone, le malattie displastiche del midollo, leucemie mieloidi acute e croniche, linfomi non Hodgkin e leucemie linfatiche oltre a malattie respiratorie e disordini della produzione del sangue. Linet SM, Int J Cancer. 2015 Nov 1;137(9):2184-97. Il Toluene, viene classificato dallo IARC nel Gruppo 3 cioè nel gruppo delle sostanze che non possono essere classificate per la loro cancerogenicità nell’essere umano, a causa della carenza di dati e della difficoltà di esposizione al solo toluene, perché nella stragrande maggioranza dei casi ci si trova di fronte ad una esposizione multipla. Non si può però sottacere che esistono studi scientifici che hanno dimostrato che fra gli effetti tossici del toluene ci sia anche un potenziale effetto cancerogeno (Gérin et al. Canada nel 1998: aumento tumori esofago, stomaco e colonretto)(Wilcosky et al. nel1984, United States: linfosarcomi e leucemie)(Svensson et al. Nel 1990, Sweden: stomaco. colonretto e leucemie). Che siamo di fronte ad una storia sbagliata lo dimostra quanto accaduto nella mattina del 4 giugno, quando un “incidente” nella centrale Enipower ha prodotto una reazione a catena negli impianti di Versalis e le immancabili sfiammate in due distinte torce. Tutto ciò dimostra quanto sia necessarie che il Ministro Costa avvii un “vero” riesame dell’AIA contrariamento a quanto afferma il responsabile di tali procedimenti autorizzativi, ma, alla luce di questo nuovo incidente, che dimostra ulteriormente i difetti strutturali dei processi produttivi nel petrolchimico e gli effetti sulla salute pubblica e su quella dei lavoratori, chiediamo anche al Sindaco di valutare attentamente i dati sulla qualità dell’aria e le relazioni dell’Arpa per pretendere la rapida convocazione presso il Ministero di un incontro sul riesame dell’AIA e su una vera riconversione ecologica e per assumere quei provvedimenti, anche interessando l’autorità giudiziaria, che tutelino realmente la popolazione ed i lavoratori, non fidandosi a generici impegni, in passato sempre disattesi, dell’Eni.
Forum Ambiente Salute e Sviluppo
ISDE Medici per l’ambiente
Legambiente Brindisi
No al carbone
Salute pubblica
WWF Brindisi