Il dibattito politico sindacale può anche essere caratterizzato da espressioni forti ma che non devono mai sfociare in farneticazioni e, quando queste diano immeritata dignità mediatica a chi le esprime, allora è doveroso replicare.
Come Cisl rispediamo al mittente le accuse e, appunto, le farneticazioni populiste di chi a Brindisi ci ha incolpato di “servilismo politico” espressione che non dovrebbe mai appartenere a “responsabili” di un sindacato confederale.
Fieri della nostra autonomia dai Governi di turno, da partiti nazionali e locali e da istituzioni, in questo territorio abbiamo sempre promosso azioni e percorsi unitari ispirati a comunanza di idee e ad obiettivi chiari, da traguardare costruendo insieme piattaforme rivendicative, pianificando iniziative opportunamente condivise con i lavoratori e socializzate tramite i mezzi di informazione.
C’è solo un’azione che come Cisl non asseconderemo mai, sia che si tratti di istituzioni, sia di rappresentanti politici, sia di aziende o di altre parti sociali sindacali e/o datoriali: la presunzione di considerarci parte di percorsi incomprensibili, soprattutto in merito ad obiettivi chiari da raggiungere.
La condivisione richiama alla corresponsabilità che, appunto, non significa essere portati per mano verso destinazioni non chiare e, almeno da noi, non condivise fin dall’inizio.
Sul presente e sul futuro del sistema produttivo brindisino, sui rischi di una desertificazione industriale e sulle conseguenze di una bomba sociale possibile senza una pianificazione contestuale all’imminente phase hout dal carbone che interesserà la Centrale di Cerano, le nostre riflessioni mai disgiunte dalle proposte, sono state e sono tuttora coerenti con quanto sosteniamo da anni e più volte rese pubbliche.
Tra le ultime iniziative, in ordine di tempo, il 22 aprile u.s. presso l’Istituto Alberghiero “Sandro Pertini” abbiamo tenuto il convegno “Sviluppo del Territorio, tra crisi e opportunità” presenti la Regione, il Sindaco della città, i Presidenti delle Autorità Portuali di Brindisi e di Taranto, Confindustria, Camera di Commercio.
Abbiamo evidenziato, in quella sede, le opportunità oltre alle note difficoltà che attanagliano Brindisi; opportunità che possono risultare utili non solo per salvaguardare sistemi produttivi e bacini occupazionali, di fronte ad una evidente riconversione industriale inedita ma anche per offrire alternative ai tanti giovani che scappano via per cercare altrove un lavoro dignitoso e professionalmente gratificante.
Anche al tavolo sulla decarbonizzazione siamo stati sempre fermi nel denunciare e richiedere risposte chiare e concrete, specie quando c’è stato il tentativo di spostare il tavolo a livello locale; scelta rispetto alla quale, nella stessa sede, fummo solo noi manifestare perplessità, suscitando l’obiezione della sottosegretaria Fausta Bergamotto.
Ora, tutti insieme si richiede il tavolo nazionale? Benissimo!
Noi lo auspichiamo da tempo, anche con la nostra richiesta, risalente ad un anno addietro, finanche con una Legge speciale per Brindisi.
Coerentemente con il nostro percorso abbiamo ritenuto opportuno interpellare giorni addietro la massima autorità di governo del territorio, il Prefetto di Brindisi, per un approfondimento sulle vertenze in atto, partendo dalle conseguenze della chiusura della centrale Enel, anche per la mancata condivisione di un percorso unitario confederale.