Il WWF ha organizzato sabato scorso un convegno dal titolo “Accelerare l’uscita dal carbone: il caso Brindisi, 24 anni di danni alla salute e al clima”. Insieme ad esperti del settore, il WWF di Brindisi ha inteso fare il punto dei danni sanitari provocati dalla centrale a carbone Federico II, illustrando alcune idee e proposte per uscire dal carbone e garantire una transizione equa verso lo sviluppo sostenibile. Il WWF spinge per un radicale e tempestivo cambio di rotta, che parta dalla fine delle produzioni inquinanti e dal risanamento dell’area, per poter poi avviare un nuovo processo basato sullo sviluppo pulito e rinnovabile.
Sull’incontro promosso dal WWF si registra l’intervento di Enel in cui si precisa che “la centrale Federico II, rispetta sotto ogni punto di vista la normativa ambientale” e che sin dagli anni duemila è stata sottoposta ad un continuo processo di adeguamento tecnologico che ha portato a un significativo miglioramento dell’impatto ambientale. “Contrariamente a quanto affermato dal WWF, sostiene Enel, il procedimento di autorizzazione della centrale ha valutato anche l’impatto ambientale ed è stato oggetto di successiva conferma mediante AIA, il cui riesame è stato recentemente concluso positivamente”. Inoltre Enel contesta quanto affermato dall’associazione ambientalista anche in merito al danno sanitario nella zona. Al convegno promosso da WWF erano presenti in qualità di relatori, Cristina Mangia, ricercatrice CNR, Massimiliano Varriale, consulente energia del WWF, il segretario ISDE e Ordine dei Medici Luca Ghezzani e in video Matteo Ceruti, legale di WWF insieme a Ugo Taddei, legale di Client Earth, la no profit con sede a Bruxelles insieme alla quale il WWF ha avviato una causa contro l’autorizzazione Integrata ambientale concessa a luglio scorso alla Centrale di Brindisi