La scelta unilaterale di Eni Versalis di dismettere la chimica di base e chiudere, di fatto, tutta la filiera territoriale ‘foraggiata’ negli ultimi decenni con l’unico scopo di garantire un mercato ai propri prodotti, rappresenta una fuga dal territorio che la vede esecutrice di un disegno finalizzato all’impoverimento del territorio che ha un mandante morale chiaro: il governo Meloni.
È inspiegabile e incomprensibile il silenzio dell’Esecutivo, se non per qualche frase di circostanza del ministro Urso, sul disimpegno da parte della maggiore azienda di Stato italiana da un territorio da sempre pesantemente penalizzato da scelte miopi.
In questi mesi abbiamo tentato di sensibilizzare le Istituzioni nazionali e di incalzare la società con ogni mezzo possibile, affinché potesse investire a Brindisi e potesse presentare un piano industriale vero con risorse e tempi certi anziché limitarsi a vuoti annunci.
Questo muro di gomma e questo atteggiamento sordo alle istanze del territorio si sta misurando ogni giorno con l’incertezza e la crescente preoccupazione dei lavoratori e delle aziende dell’indotto che non hanno le garanzie necessarie per guardare al futuro con speranza e fiducia.
Sarebbe opportuno e doveroso quindi un atteggiamento diverso da parte di Eni.
Sarà fondamentale per questo che Eni e le proprie controllate pongano condizioni vantaggiose finalizzate ad attrarre l’interesse di altre aziende, favorendone l’insediamento nelle proprie aree ad oggi vuote, libere da vincoli e bonificate, in modo da valorizzare al massimo le potenzialità del petrolchimico.
In tal senso, quindi, sarebbe auspicabile da parte della società Eni l’abbattimento dei costi dei terreni di proprietà, che consistono in totale in 150 ettari all’interno del petrolchimico e in circa 80 all’esterno, ad un prezzo simbolico in modo da rendere conveniente far investire nelle aree già infrastrutturate e in quelle limitrofe.
Lo strumento operativo potrebbe essere la sottoscrizione di un protocollo di intesa che preveda il sostegno alla politica di attrazione di investimenti, coinvolgendo il Consorzio Asi di Brindisi, CNA e Confindustria.
Solleciteremo dunque i rappresentanti del PD in Parlamento e in Regione Puglia, affinché sostengano questa proposta utile a dare una concreta possibilità di sviluppo a questo territorio.
Francesco Cannalire, Alessio Carbonella e Denise Aggiano consiglieri comunali PD Brindisi