Serata in rosa ieri al Teatro Verdi di Brindisi, dove è andato in scena lo spettacolo di Angela Finocchiaro e Laura Curino, «Calendar Girls» con la regia di Cristina Pezzoli. Una commedia che racconta una storia vera, quella di un gruppo di donne inglesi tra i 50 e i 60 anni che decidono di posare nude per un calendario benefico. L’associazione di cui fanno parte le protagoniste, stanche dei canonici calendari, decide che per raccogliere denaro da dare in beneficienza, è giunto il momento di dare un tocco diverso e pensano così di immortalare scene di routine quotidiana, ma senza veli. «Calendar Girls» è un testo teatrale di Tim Firth, basato come detto, su un fatto realmente accaduto in Inghilterra, quando un gruppo di donne di un’associazione femminile legata alla chiesa, realizzò un calendario sexy, per raccogliere fondi per la ricerca oncologica.
La versione italiana del testo, tradotta e adattata dall’autrice Stefania Bertola, esalta la verve dello strepitoso cast, a partire da una fantastica Angela Finocchiaro nei panni di Chris, che dopo la morte a causa di una devastante leucemia, di John, marito della sua migliore amica Annie, interpretata da Laura Curino, ha l’idea di realizzare il calendario per raccogliere fondi a favore dell’ospedale. Affianco a loro, un gruppo di bravissime attrici come Ariella Reggio, Carlina Torta , Corinna Lo Castro e Matilde Facheris . A completare il cast, Elsa Bossi, direttrice dell’associazione, Titino Carrara, che interpreta il personaggio di John, marito di Annie, malato terminale, Marco Brinzi, il barelliere goffo che si trasforma in fotografo e la bravissima Noemi Parroni, impegnata in ben quattro personaggi. Una commedia molto divertente che mette in scena una storia che inizia però con una tragedia, ma che conduce alla consapevolezza che tutto può essere affrontato in modo diverso. In Calendar Girls non si fa finta che il dolore non esista e non ci si preoccupa di spogliarsi di fronte ad una platea piena di spettatori. La scenografia, essenziale ma diretta, fa da sfondo ai colori che identificano ognuna delle protagoniste e poi i girasoli, fil rouge della narrazione che continuano ad apparire in diversi momenti dello spettacolo. Fiori amati dal marito di Annie, che, ormai divorato dalla malattia dice: “Niente celebra la vita più e meglio dei girasoli. Vedrete che per quanta poca ce ne sia, questi fiori troveranno sempre la luce”. Uno spettacolo che ha colpito molto il pubblico presente, per il tema importante su cui è incentrato, quello di un male terribile come la leucemia, affrontato però con una sana leggerezza e da una interpretazione coraggiosa e ironica, caratterizzata da un pungente umorismo tutto al femminile.