Egregio Consigliere Regionale,
Le scriviamo in relazione alla proposta di legge che si propone di allineare i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie a carico del servizio sanitario regionale e quelli per le medesime prestazioni in libera professione intramoenia. Il dibattito che in questi giorni si sta svolgendo su tale proposta di legge regionale ci induce ad intervenire nuovamente per mettere al centro della discussione la condizione di grave sofferenza, fisica e psicologica, che i cittadini-utenti del servizio pubblico sanitario sono condannati a vivere quando ricorrono alle sue prestazioni.
Una situazione che richiede la rapida approvazione del testo redatto da consigliere regionale avv. Amati e da altri per venire incontro a quanti sentono sulla loro pelle le dolorose conseguenze della lunga e angosciante attesa degli accertamenti e delle cure richieste. Interventi medici che in alcuni casi, quando finalmente vengono effettuati , possono rivelarsi di ridotta efficacia o persino del tutto inutili a causa della loro tardività.
Chiediamo perciò la sollecita approvazione della citata proposta. Ci sarà poi tempo per approfondire ed utilizzare le diverse ipotesi migliorative del provvedimento in questi giorni prospettate, comprese quelle (da noi condivise) che puntano ad una completa separazione tra la libera professione sanitaria ed il servizio medico pubblico con l'abrogazione dell'altra incongruenza costituita dalla libera professione extramoenia la quale, come avviene già in Toscana, dovrebbe essere non permessa ai titolari di incarichi dirigenziali. Ma oggi, dopo lunghi anni di disattenzioni e di inconcludenze, si impone un provvedimento urgente che prescriva o (forse più propriamente) renda operativo quel “livellamento” temporale fra le due tipologie di prestazioni mediche già previsto dalla legge nazionale 120/2007.
Occorre insomma provvedere subito per evitare il protrarsi delle lamentate situazioni dal momento che soluzioni diverse che lascino inalterato il rilevato squilibrio, anche se sostenute con le migliori intenzioni, risulterebbero oggettivamente in aperto contrasto con diritti fondamentali dei cittadini-utenti ed in linea con gli intenti di quanti sono interessati alla conservazione dello “statu quo”.
Mentre si invoca da parte di alcuni il decreto legislativo 29 aprile 1998 n.124 che prevede la possibilità di ottenere come prestazione privata intramoenia col semplice pagamento del ticket – quindi a carico dell'erario - quelle prestazioni fruibili in tempi troppo lunghi nel servizio pubblico, si dimentica che la libera professione intramoenia non è un diritto del medico, bensì un diritto del paziente di scegliere, a parità di tempistica, l'una o l'altra via di accesso. E ciò per rimarcare il fatto che per il medico che abbia scelto di svolgere la sua attività nel sistema pubblico, il funzionamento di quest'ultimo è obiettivo prioritario rispetto a qualsiasi altro.
Si dimentica altresì che L. 120/2007 già prescrive, tra l’altro, che occorre attuare un “monitoraggio aziendale dei tempi di attesa delle prestazioni erogate nell’ambito dell’attività istituzionale, al fine di assicurare il rispetto dei tempi medi”, che è necessario garantire “l’attivazione di meccanismi di riduzione dei medesimi tempi medi”, così come vanno prevenute “le situazioni che determinano l’insorgenza di un conflitto di interessi o di forme di concorrenza sleale” e si deve provvedere al “progressivo allineamento dei tempi di erogazione delle prestazioni nell’ambito dell’attività istituzionale ai tempi medi di quelle rese in regime di libera professione intramuraria al fine di assicurare che il ricorso a quest’ultima sia conseguenza di libera scelta del cittadino e non di carenza nell’organizzazione dei servizi”.
In questa situazione di totale non-governo dei tempi di attesa, la proposta di legge in discussione ci sembra un primo passo verso l'affermazione della priorità da accordare al servizio pubblico per tutelare il diritto dei cittadini alle cure già da essi adeguatamente finanziato con il pagamento delle tasse.
Per questo Le chiediamo un impegno per la sua approvazione che è sostenuta in questi mesi da una petizione ancora in corso (già sottoscritta da alcune migliaia di cittadini) che viene indirizzata al Presidente del Consiglio Regionale
ed al Presidente della Giunta Regionale.
Brindisi 6 giugno 2018
FORUM AMBIENTE, SALUTE E SVILUPPO