Nella mattinata odierna, personale DIGOS della Questura di Brindisi, collaborato da personale dell’U.P.G S. P., traeva in arresto in flagranza di reato
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VALENTI Vincenzo;
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VALENTI Mirko
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MARA Riza cittadino albanese.
perché ritenuti responsabili del reato di violazione sigilli, danneggiamento e furto aggravato di componenti meccaniche e metalliche sottratte all’interno dell’impianto di trattamento dei rifiuti urbani – CDR/CSS - situato in questa via per Pandi e sottoposto al vincolo del sequestro giudiziario da parte dell’Autorità Giudiziaria di Brindisi, con inibizione all’accesso ed all’uso. In particolare, tale impianto, dall’epoca del provvedimento che hanno coinvolto anche il Sindaco pro-tempore del Comune di Brindisi, risultava oggetto di continui danneggiamenti, tanto delle componenti strutturali che impiantistiche, di fatto “cannibalizzate”, con l’esclusivo scopo della illegale rivendita nel mercato “nero” delle parti ferrose e della cavetteria in rame, con ingente danno lamentato e debitamente denunciato dall’ente locale proprietario del presidio, attualmente costituito nell’O.G.A. (organo di Governo D’Ambito – Ambito Territoriale Ottimale – Rifiuti di Brindisi – L.R. n. 24/2012). Allo scopo di risalire agli autori, gli investigatori hanno avviato mirate attività investigative con sorveglianza “discreta” delle aree dell’impianto ritenute critiche, documentando, in più occasioni, le diverse fasi dello smontaggio e del danneggiamento da parte degli indagati. L’azione era suddivisa in due momenti: smontaggio delle componenti meccaniche e metalliche e stoccaggio del materiale sottratto all’interno dello stesso sito e, solo nella giornata successiva, il trasporto della frazione raccolta verso soggetti allo stato non identificati. In esito alle investigazioni, gli autori erano bloccati all’interno dell’autovettura, impiegata anch’essa in più circostanze per il trasporto del materiale. Al riguardo, della correità di più soggetti nel fenomeno del riciclaggio di componenti ferrose sottratte ad aziende, occorre precisare che l’attuale disciplina di cui al Testo Unico delle Leggi Ambientali (T.U.E.L.) obbliga il soggetto abilitato alla ricezione di matrici ferrose o assimilabili, all’esibizione da parte del trasportatore, tanto delle abilitazioni in materia di trasporto che documentazione apposita (F.I.R.), l’assenza dei quali decreta evidentemente una corresponsabilità anche di colui che riceva tali frazioni nelle modalità accertate dagli investigatori.