Scoppia il caso della Brindisi Multiservizi dopo la riunione di ieri nella quale i lavoratori non hanno voluto supportare i quattro sindacati Cgil,Cisl Uil e Ugl che avevano già firmato l’accordo proposto dal Commissario e dall’amministratore unico, che prevedeva una ristrutturazione aziendale al fine di consentire un futuro alla partecipata. E’ prevalsa la linea dura tra i lavoratori, sponsorizzata dai Cobas, che hanno praticamente imposto la loro linea a tutta l’assemblea dei lavoratori, sostenendo il principio che nulla deve cambiare all’interno della Brindisi Multiservizi in relazione alle condizioni contrattuali e alla presenza numerica dei dipendenti.
Una linea che purtroppo è stata più volte bocciata già in passato quando si cercò nella gestione Consales, di uniformare le buste paga tra i vari dipendenti e razionalizzare maggiormente la forza lavoro. Allora si fece qualche piccolo intervento che però non fu sufficiente a garantire la chiusura in parità dei bilanci, che sistematicamente sono andati in passivo dal 2011 al 2016 e non si sa quest’anno come potrà chiudere l’esercizio attuale. In questa condizione, la legge Madia purtroppo non ammette deroghe e prevede in termini strettissimi la messa in liquidazione della società con conseguente chiusura della stessa. Sulla interpretazione della legge Madia però ci sono delle divergenze e si aspetta comunque l’indicazione della Corte dei conti alla quale si sono rivolti, come peraltro prevede la legge, sia il commissario Giuffrè che l’amm. unico della società. Dopo la riunione di ieri quindi, i sindacati hanno ritirato la firma che avevano posto sotto l’accordo che prevedeva una serie di interventi nella società rivolta a portare in parità i bilanci nell’arco dei 3/4 anni prossimi. Assolutamente sconfortato Ercole Saponaro dell’Ugl che ai nostri microfoni ha rappresentato le difficoltà nelle quali si sono trovati i sindacati nel rapporto con i lavoratori