Dal 30 gennaio al 9 febbraio, è stata predisposta un’operazione complessa regionale sotto il coordinamento del Centro di Controllo di Area della Pesca della Direzione Marittima di Bari (6°C.C.A.P.), finalizzata all’attività di controllo sulla filiera ittica, con particolare attenzione alla pesca, detenzione, commercializzazione del “bianchetto” (novellame di sarda ed alice); alla pesca abusiva e commercializzazione del riccio di mare e alla verifica del rispetto delle norme in vigore relative al fermo pesca del Pesce Spada.
I militari della Capitaneria di Porto di Brindisi, hanno attenzionato alcuni locali commerciali e le strade cittadine del comune di Brindisi, luogo dove è molto diffuso il consumo del cosiddetto “bianchetto” (novellame di sarda ed alice) meglio conosciuto a livello locale con il nome “schiuma di mare”, di cui è vietata la cattura, commercializzazione e detenzione. Quello che risulta essere un fenomeno che solo apparentemente può sembrare superficiale, ma che in realtà ha dalle conseguenze devastanti per l’ecosistema marino, poiché, trattandosi di pesce allo stato giovanile, non consente alla specie il raggiungere della maturità sessuale e, quindi, il periodo di riproduzione con conseguente impoverimento delle risorse ittiche. Durante i controlli, sono state sanzionate due pescherie e quattro improvvisati venditori abusivi, che avevano allestito banchetti di “fortuna” per la vendita della “schiuma di mare” in condizioni igienico-sanitarie precarie; oltre alle sanzioni è stato sequestrato mezzo quintale di “bianchetto” e circa 1.000 esemplari ricci di mare (paracentrotus lividus) privi di tracciabilità. Il “novellame di sarda” è stato distrutto, mentre I ricci, freschi ed ancora allo stato vitale, sono stati rigettati in mare.
I militari, in località Torre San Gennaro del comune di Torchiarolo, hanno proceduto al sequestro di circa 1.500 ricci di mare a carico di un pescatore sportivo, ed alla contestazione del discendente illecito amministrativo che prevede l’irrogazione di una sanzione fino ad un importo massimo di € 12.000. Il D.M. del 12 gennaio 1995 regolamenta la disciplina della pesca del riccio di mare, appartenente alla famiglia degli echinodermi, organismo vivente marino sottoposto attualmente a un prelievo indiscriminato sia da parte dei pescatori professionali che da parte dei pescatori sportivi. Le normative prevedono che nella pesca sportivo-ricreativa il limite giornaliero di cattura è di 50 esemplari e per Il pescatore professionale non può catturare giornalmente più di mille esemplari. I ricci, freschi ed ancora allo stato vitale, verosimilmente destinati ad alimentare il mercato illegale lungo strade del territorio o presso esercizi di ristorazione, sono stati sottoposti a sequestro ed immediatamente rigettati in mare..
Sempre nell’ambito dei controlli pesca, il personale delle Motovedette, nelle acque del porto di Brindisi, hanno sequestrato ad un pescatore sportivo, tre palangari di circa n° 700 (settecento) ami cadauno.
I controlli, che proseguiranno anche nei prossimi giorni su tutto il territorio di competenza, allo scopo di tutelare la salute dei consumatori. In questa ottica, il Comandante della Capitaneria di Porto, Capitano di Vascello Giovanni CANU, invita tutti consumatori a non effettuare acquisti di prodotti ittici dei quali non sia certa la provenienza, in particolare presso improvvisati banchi di vendita abusivi.