“La Regione Puglia conceda agli ambulatori odontoiatrici la possibilità di adeguarsi a quanto stabilito dal regionale n.5 del 2020, pubblicato in pieno lockdown, con cui sono stati modificati i requisiti di autorizzazione e accreditamento per queste strutture.
Nel regolamento pubblicato ad aprile, a differenza dello schema precedente, è stata infatti inserita la sedazione cosciente tra le prestazioni a maggiore invasività, con la conseguenza che numerosissimi interventi di chirurgia orale, per cui è necessaria la sedazione, possono essere effettuati ora solo in pochissime strutture private, con un grave danno sia per i pazienti che avevano interventi programmati da mesi e rischiano di veder vanificato il percorso di cure dentali già intrapreso, che per le strutture autorizzate all’esercizio, che all’improvviso si sono viste vietare la sedazione cosciente. Un pasticcio tutto pugliese a cui va posto subito rimedio”. È quanto chiede la candidata presidente del M5S e della lista civica Puglia Futura Antonella Laricchia, che invierà una nota al Dipartimento Salute regionale.
“Non capiamo perché per gli ambulatori odontoiatrici - continua Laricchia - siano stati usati criteri diversi rispetto a quanto accaduto per altre strutture, ad esempio le RSA, per cui le norme regionali hanno consentito la prosecuzione dell'attività in attesa del completamento dell'iter di autorizzazione e accreditamento e hanno fatto salvi i posti attualmente esistenti indipendentemente dal fabbisogno per tipologia. In questo caso invece la Regione ha deciso di non prevedere alcuna norma transitoria e di bloccare l’attività nell'attesa dell'eventuale ottenimento del parere di compatibilità e quindi dell'autorizzazione all'esercizio e senza alcuna salvaguardia per gli ambulatori già operanti. Questo ha leso il diritto alle cure e di scelta dei pazienti. Pensiamo soprattutto a quelli più fragili, che non possono essere costretti a fare viaggi della speranza per operazioni complesse già iniziate qui in strutture di eccellenza, a cui all’improvviso non si possono più rivolgere”.