Il trattamento dell'ipertrofia prostatica benigna che arriva a colpire fino all'80% dei maschi di età superiore ai 70 anni si avvale della chirurgia tradizionale o sempre più spesso di trattamenti endoscopici. Negli ultimi anni si sta affermando una tecnica indolore e non invasiva che non richiede cioè né tagli ne bisturi. Si tratta della cosiddetta embolizzazione prostatica. Questa metodica consiste nell'introdurre dall'inguine un sottilissimo tubicino che viene fatto avanzare fino alle due arterie prostatiche anteriori nelle quali viene introdotto del materiale sclerosante biocompatibile. Questo andrà ad ostruire le arterie prostatiche inducendo una atrofia della ghiandola con conseguente riduzione del volume della prostata fino al 30% ed oltre delle sue dimensioni iniziali. Il risultato successivo sarà il netto miglioramento dei sintomi lamentati venendo meno gran parte del tessuto precedentemente ostruente.